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Il regalo. Del vento tramontano fiabe italiane popolari / Подарок северного ветра. Итальянские народные сказки - стр. 7

Quel contadino aveva cinque figlie che facevano le lattaie; e si tenne la ragazza a casa insieme con le cinque figlie. Ogni mese si vendevano un brillante della corona e così campava tutta la famiglia.

Quando i brillanti furono finiti, la ragazza disse:

– Io non voglio vivere alle vostre spalle,[46] mamma, – (lei ormai chiamava mamma la moglie del contadino), – andate dalla Regina di questo paese e fatevi dare qualcosa da ricamare.

La donna andò, ma la Regina le disse:

– Cosa volete che sappia ricamare una vostra figlia, che ha sempre fatto la lattaia?

E per dispregio le diede un pezzo di canovaccio.

La ragazza si mise a ricamarlo e ne venne fuori una cosa così preziosa, che la Regina quando la contadina glielo portò restò a bocca aperta, e le mandò due monete d’oro, e insieme un cencio da toglier la polvere[47], che provasse a ricamare un po’ quello.

Dopo qualche giorno, la contadina le portò un capolavoro di ricamo. La Regina le diede tre monete d’oro e una gonnellaccia tutta sdrucita. La contadina gliela riportò che pareva una gonna da festa da ballo.

– Ma dove ha imparato a ricamare così bene, vostra figlia? – chiedeva la Regina.

– Dalle monache…

– Sarà, ma questi non sono lavori che possano essere usciti dalle mani[48] d’una contadina. Bene, le ordinerò tutto il corredo di sposo di mio figlio.

Il figlio del Re, saputo di questa lattaia che gli ricamava il corredo, la volle conoscere, e l’andava a trovare mentre lavorava. E siccome era un giovane un po’ discolo, le dava anche noia.[49] Un giorno, dai e dai [50], la prese di sorpresa e le diede un bacio. La lattaia allora gli puntò il punteruolo contro il petto. Lo punse nel cuore e lui morì.

La ragazza fu condotta al Tribunale, e questo Tribunale era formato dalle quattro figlie del Re. La maggiore chiese condanna a morte, la seconda condanna a vita, la terza a vent’anni, e la piccina, che era la più buona, e che dentro di sé[51] capiva che la colpa era stata del fratello, chiese solo una condanna a otto anni, ma chiusa in una torre insieme col cadavere, perché l’avesse sempre sotto gli occhi e si pentisse.[52] Vinse il consiglio della più piccina. La ragazza fu condotta alla torre, e passando, la figlia del Re più piccina le disse all’orecchio:

– Non aver paura. Io t’aiuterò.

Difatti tutti i giorni mandava alla prigioniera della torre i cibi migliori della mensa di Corte.

Da tre anni la prigioniera stava chiusa nella torre, quando vide apparire in cielo l’uccello dalle grandi ali che l’aveva rapita. Si posò in cima alla torre, si costruì un nido e fece le uova. Dalle uova nacquero dieci uccellini.

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