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Il regalo. Del vento tramontano fiabe italiane popolari / Подарок северного ветра. Итальянские народные сказки - стр. 8

– Uccello, uccello, – diceva tutti i giorni la prigioniera, – come m’hai portato via da casa, portami via di qui.

Vicino alla torre, c’era il palazzo delle tre figlie maggiori del Re. E un giorno, stando alla finestra, sentirono questo discorso della ragazza e l’andarono a riferire al Re.

– Cacciate quell’uccello dalla torre, – ordinò il Re. Le guardie, con le loro lance, buttarono giù il nido, i dieci uccellini caddero a terra e restarono morti.

La sera, la prigioniera vide il grande uccello scendere sugli uccellini morti con nel becco un ciuffo d’una certa erba, strusciarli con quell’erba e gli uccellini risuscitarono.

– Uccello, uccello, – disse la prigioniera, – portami quest’erba miracolosa!

L’uccello rivolò via e ritornò con un fascio d’erbe nelle zampe.

La ragazza prese l’erba e corse a strofinarla sul cadavere del figlio del Re. A poco a poco, il figlio del Re risuscitò.

Non so dire chi dei due fu più felice: s’abbracciarono, si baciarono, si fecero tante feste.

La notizia la tennero segreta a tutti, tranne che alla figliola del Re la più piccina, che, tutta contenta della bella sorpresa, prese a mandar loro ogni giorno ogni ben di Dio, e poiché il fratello le chiese una chitarra, gli mandò anche una chitarra.

Adesso i due innamorati rinchiusi nella torre passavano le ore cantando e suonando la chitarra. Le tre figlie maggiori del Re, dal palazzo vicino, sentivano questi suoni e questi canti e vollero andare a vedere cosa c’era. Ma il figlio del Re si sdraiò di nuovo nella cassa e la ragazza fece finta di cascare dalle nuvole.[53] Le sorelle tornarono con un pugno di mosche;[54]ma la sera, risentirono venire dalla torre suoni e canti.

Insistettero tanto col Re, che lui diede ordine che la prigioniera fosse cambiata di prigione. Andarono le guardie a prenderla, ed ecco che la si vide uscire di prigione a braccetto del figlio del Re, vivo e sano[55] come un pesce.

Tutta la famiglia reale, che era alla finestra a veder passare la prigioniera, restò a bocca aperta.

– Babbo, mamma, sorelle, – disse il figlio del Re, – vi presento la mia sposa.

La sorella più piccina batté le mani.

Ma alle tre sorelle maggiori, d’avere una cognata lattaia, non andava giù,[56] e la studiarono tutteper umiliarla e canzonarla.

– Prima delle nozze, – disse la sposa, – devo andare a casa mia a salutare i miei genitori. Ditemi che regalo vi devo portare.

– Uh! Un fiasco di latte! – disse la prima cognata.

– Ih! Io voglio una ricotta! – disse la seconda cognata.

– Eh! A me portami una cesta d’aglio! – disse la terza cognata.

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