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Волшебные итальянские сказки / Fiabe italiane magiche - стр. 4

Arrivata lì, si sedette davanti alla porta del castello. La moglie del cantiniere la vide, andò da lei e le chiese cosa volesse: lei rispose che era solo una povera ragazza orfana di tutti e due i genitori[40] e che voleva andare sotto padrone, se solo avesse trovato un posto. Proprio in quei giorni era andata via la ragazza che aiutava la moglie del cantiniere, e lei cercava un’altra. La guardò quindi molto attentamente e la ritenne adatta a quel lavoro, e le chiese quanti soldi volesse; lei rispose che chiedeva solo vitto e alloggio, e così si accordarono facilmente. Fu presa quindi subito come aiuto. Le disse quel che doveva fare, e le diede un mazzo di chiavi scelte tra le tante che aveva. E siccome aveva mani d’oro[41] per fare la pastella, le conserve, la confettura e le altre cose buone, le affidarono la cura delle provviste e dei pranzi di corte. Non si fermava mai in chiacchiere vane con nessuno, ed era diligente e veloce. Fu così che tutti a palazzo cominciarono a rispettarla e a trattarla con gentilezza, e nessuno trovò mai motivo per rimproverarla.

Le voci sulla diligenza e sulla modestia della ragazza che aiutava la moglie del cantiniere arrivarono anche all’orecchio della regina. E questa desiderò vederla e conoscerla. E quando si preparò per presentarsi davanti a lei, la ragazza seppe bene come vestirsi e rivolgersi a lei: a cuore aperto, senza inganni, ma senza osare troppo. Fu così che la regina cominciò a volerle bene[42], e sospettò che la ragazza non potesse essere di modeste origini. E così, dove andava la regina, andava anche la ragazza; quando la regina si metteva a ricamare anche lei si metteva a lavorare l’ago. La ragazza divenne[43] l’ombra della sovrana, e che questa l’amava come se fosse sua figlia. Anche il re si meravigliava del grande affetto che la moglie portava a questa ragazza. Questo re aveva solo un figlio maschio. Lui e la regina lo guardavano come un sole e gli volevano bene oltre misura[44]. Un giorno il re dovette partire in guerra, e prese con sé[45] il figlio per abituarlo anche alla lotta, ma lo riportarono a casa ferito. La madre piangeva lacrime amare e si lamentava per il grande dolore. Passava le sue notti vegliandolo, e si affaticò tanto da non potere stare neanche più in piedi. Allora chiamò la ragazza, come persona di fiducia, perché si prendesse cura di lui. Le parole della ragazza, le sue carezze, la sua modestia e saggezza risvegliarono nel cuore del malato un sentimento che mai prima di allora aveva provato. Il figlio del re cominciò ad amarla perché gli sembrava, quando le sue mani gli toccavano le ferite, che il dolore si attenuasse.

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