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Волшебные итальянские сказки / Fiabe italiane magiche - стр. 3

per fargli dimenticare il dolore che ancora provava per la scomparsa della moglie. Ma un giorno[28], inaspettatamente, il re chiamò la figlia maggiore e le domandò: “Come mi ami, tu, figlia mia?” “Padre mio, ti amo come il miele”, – rispose lei. “Lunga vita a te, figlia mia; e che il Signore mi aiuti a godermi la tua presenza il più a lungo possibile”. E poi chiese alla figlia secondogenita: “E tu come mi ami, figlia mia?” “Come lo zucchero, padre mio”. “Ti auguro tutto il bene di questo mondo, figlia mia; e che il Signore mi conceda a lungo la gioia della tua compagnia”.

Il re fu contento di sentirsi tanto amato dalle due figliole più grandi. Alla fine[29] guardò anche verso la figlia più piccola, che stava timidamente un po’ in disparte[30], e chiese anche a lei: “E tu, figlia mia, come mi ami?”; “Come il sale nelle pietanze, padre mio!” – rispose lei, serenamente, sorridendogli con amore filiale e abbassando la testa e lo sguardo, imbarazzata di dover parlare. Quando le sorelle più grandi sentirono la sua risposta scoppiarono a ridere[31] e voltarono lo sguardo altrove. E il padre, molto arrabbiato, la ammonì: “Vieni un po’ qua, sconsiderata, così ci capiremo meglio! Non hai forse sentito con quale amore filiale mi amano le tue sorelle? Come mai[32] non hai pensato anche tu come loro di dirmi quale dolce amore provi per tuo padre? E’ per questo forse che mi sforzo di allevarvi e di istruirvi in modo che[33] nessun altro al mondo possa eguagliarvi[34]? Vattene[35] da questa casa: tu e il tuo sale!” Quando la povera piccola figlia del re sentì quanto fosse arrabbiato con lei il padre, avrebbe voluto sprofondare nella viscere della terra[36] per aver dato tristezza al genitore, e prendendo il coraggio a due mani[37], rispose: “Perdonami, padre, io non ho voluto darti dispiacere. Ma ho pensato, con la mia mente, che anche se[38] il mio amore non era pari di quello delle mie sorelle, non era comunque al di sotto[39] dello zucchero e del miele”. “Ma guarda, guarda…” – la interruppe il padre, “e osi anche paragonarti alle tue sorelle più grandi? Vai via, figlia impertinente, non voglio neanche più sentirti nominare!” Con queste parole, le chiuse la bocca e la lasciò annegare nelle lacrime. Le sorelle vollero consolarla con parole dolci, ma le fecero più male che bene. La figlia piccola, quando vide che neanche le sorelle avevano pietà di lei, confidò nell’aiuto del Signore e decise di andare là dove lui l’avrebbe guidata. Prese quindi dalla casa paterna solo alcuni vestiti vecchi e trasandati e girovagò da un paese all’altro, finché arrivò alla corte di un altro re.

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